Dioniso

 

 

 

 

 

Grande successo, lunedì 8 giugno, per “Dioniso e la nascita del vino” di Gianni Abbate al MUVIS di Castiglione in Teverina (VT), ultimo appuntamento della I annualità dell’Officina culturale della Regione Lazio “I Porti della Teverina“.

A presentarlo, in collaborazione con il Comune di Castiglione in Teverina, sono stati tutti i bambini della Scuola Primaria. E’ stato entusiasmante – dice Gianni Abbate – “vedere una così grande e calorosa partecipazione, praticamente tutta Castiglione, con il Sindaco Mirko Luzi e l’Assessore Emiliano Corsi in prima fila, per assistere alla nascita del piccolo Dioniso e del vino! I bambini, spigliati e sicuri, si sono avvicendati sulla scena, regalando sorrisi e risate per le battute recitate con tempi e toni precisi e non posso non esserne orgoglioso!” Così dopo un’introduzione con la danza tradizionale greca, il Sirtaki, il coro ha iniziato a narrare la vicenda. Abbiamo visto apparire sulla scena i vari personaggi della mitologia greca coinvolti nella storia della nascita di Dioniso. Ecco arrivare, Zeus, con una folta barba bianca, dongiovanni per eccellenza, che si prepara, aiutato dalle sue guardie del corpo, ad incontrare l’amante Semele, madre di Dioniso, mentre Era, sua moglie, rosa dalla gelosia si traveste da vecchina e lo precede con le sue ancelle. Dirà a Semele di chiedere al suo amante di mostrarsi per quello che è, cioè Zeus, per fa sì che rimanga incenerita dalla visione del suo fulgore e infatti così accadrà. Ma ecco che arriva Hermes, detto piè veloce, che prende il piccolo Dioniso che Semele portava nel grembo e lo mette nella coscia del padre per far continuare a lui la gestazione. Storia incredibile! Appena nato dalla coscia del padre, Era chiama i feroci Titani per farlo uccidere. Hermes nuovamente corre in aiuto, lo salva e lo porta dalle ninfe e satiri che lo nascondono sul monte Elicona. Qui, in una magica atmosfera, troviamo un bosco animato, tralci di vite selvatica e tanti animaletti, il tutto interpretato sempre dai bimbi. Il nostro vispo Dioniso si disseta con l’uva e spremendola sperimenta la vinificazione. Farà poi assaggiare Il nettare (di)vino alle ninfe, i satiri, al suo mamma-babbo, così chiama Zeus, ad Hermes e tutti s’inebriano e cominciano a parlare in rima. La stessa Era, che interviene ancora una volta per eliminare Dioniso, apprezzando il vino, si rilassa e inizia a parlare in rima. Poi si riconcilia col marito e decide di portare Dioniso con sé sull’Olimpo. Colpo di scena finale, Zeus, su richiesta del coro, fa ritornare Semele fra i vivi. Uno spettacolo emozionante e divertente. Bravissime anche le mamme dei bimbi che hanno fatto da costumiste realizzando costumi adeguati e ben curati. Gli applausi scroscianti e un brindisi con 120 bambini, hanno chiuso uno spettacolo ben riuscito.