Osteria da Shakespeare & co.

Osteria da Shakespeare & co.
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Tra amanti sfortunate, re pazzi e cortigiani maldestri, Shakespeare parla di cibo in ognuna delle sue opere.

Il dramma in cui cibo e bevande sembrano fare la parte del leone, è il Macbeth. Qui il vino è metafora del sangue che scorre. Il cibo, nel Macbeth, è anche un modo per descrivere quanto i valori umani possano venire alterati: il latte della madre può diventare fiele e animali erbivori come i cavalli possono impazzire divorandosi tra loro, forse Shakespeare aveva previsto le ‘mucche pazze’ del futuro. La particolarità della nostra Osteria, quindi, è che gli spettatori-commensali si troveranno immersi in atmosfere e contesti shakespeariani, divenendo così essi stessi parte integrante dello spettacolo.

Si avrà a che fare con personaggi scarnificati, ridotti all’essenziale, come intrappolati in un mondo in fase di disgregazione sociale, privo di valori e di conseguenza anche privo del senso del tragico, divenendo così comici e grotteschi.

Ci ricorda qualcosa?

Qualcuno si chiederà ma perché uno spettacolo che si articola intorno a un tavolo?

Perché attorno a un tavolo non si consuma solo un pasto, ma si scambiano anche esperienze, gioie e dolori.. Ma cerchiamo di capire come si svolge lo spettacolo. Seduti a una tavola ‘dell’epoca elisabettiana’, gli spettatori/commensali saranno serviti di tutto punto, si fa per dire, da personaggi tratti dalle opere del Bardo.

I responsabili dell’osteria sono Lady Macbeth, re Lear e due sicari prezzolati tutto fare, che oltre a recitare, dialogheranno con gli spettatori che di volta in volta divengono personaggi shakespeariani anch’essi.

Non è la prima volta che Gianni Abbatel si cimenta in un’operazione del genere.

Il Teatro Null ha sempre perseguito l’idea che rappresentare spettacoli voglia dire incontrare altri e che fare teatro debba essere anche una forma moderna del convivio. Ricordiamo spettacoli memorabili come “Le mille e una notte”, dove dopo una cena in tema, in cui si raccontavano le origini e la trama della celebre raccolta di fiabe orientali, si passava in un’altra sala del Podere, adibita ad alcova con tanto di materassini dove sdraiati si gustavano, con musica dal vivo, le fiabe. Partecipano al progetto spettacolo, che di volta in volta viene arricchito di nuovi elementi, oltre a Gianni Abbate che ne cura anche testo e regia, Ennio Cuccuini, Simone Precoma e Giovanna Vassallo.  Lo Chef è Maria Malleier.

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