Va in onda oggi 23 novembre 2020, sul podcast del Teatro Null, la prima produzione del laboratorio sul radiodramma, “Il rilegatore Wanninger” di Karl Valentin. E’ l’odissea di un rilegatore sballottato da un ufficio all’altro della ditta Meisel & Co. alla quale deve consegnare dodici libri. Valentin fu esponente principale del cabaret tedesco, “quello con la k e la doppia t finale”, apparentemente privo di senso, ma celante in realtà mirate satire sociali. Fu un personaggio assai noto nella fumosa Monaco della Weimarer Republik. Al Frankfurter Hof, dove nel 1908 ottenne un ingaggio quando iniziò a comporre i primi monologhi, conobbe Liesl Karlstadt, spalla fedele che avrebbe duettato con lui per molti anni anche in parti maschili e d’infante. Attore d’innovazione che si dedicò anche al cinema, venne incoronato da Brecht cantore dell’“inadeguatezza di tutte le cose, compresi noi stessi”. I suoi pezzi, brevi o lunghi, sono giocati su un humour volto a creare cortocircuiti esistenziali di spiazzante comicità e connesso a giochi di parole, reiterazioni linguistiche, nonsense, procrastinazioni e azioni interrotte d’esilarante effetto. Oggi facciamo fatica a comprenderne la portata, assuefatti come siamo da un’idea televisiva di spettacolo grossolano rispetto all’originale, nato in teatro o in luoghi dove si poteva farlo, alla presenza di intellettuali, artisti e liberi pensatori. Prendono parte al radiodramma Ennio Cuccuini, Salvo McGraffio, Margherita Macor e Simonetta Scozzese, musiche originali: Mcgraffio, libero adattamento del testo di Valentin e regia Gianni Abbate.
