“C’era una volta la Cavalleria rusticana” di Gianni Abbate
Il nuovo spettacolo di Gianni Abbate si potrebbe definire il sequel della Cavalleria rusticana di Verga/Mascagni. Difatti gli interrogativi che si è posto l’autore per la stesura di questa inconsueta opera, sono: come potrebbe proseguire la narrazione della “Cavalleria rusticana” se nel finale Turiddu non fosse più accoltellato da Alfio? E quindi: se Turiddu, tornato al paesello e trovando Lola, il suo grande amore di gioventù, che sta per sposarsi con Alfio, invece di affrontarlo nel famoso duello mortale, in cui si sente fuori scena un urlo ‘Hanno ammazzato compare Turiddu!’, fosse fuggito via da Vizzini per non vedere più la sua amata fra le braccia di un altro? E dove avrebbe potuto trovare rifugio e consolazione? Se i fatti, inoltre, si svolgessero a Vizzini sì, ma ben trent’anni dopo che Turiddu è partito, e che quindi tutti i personaggi sono oramai di una certa età? Ma soprattutto che cosa può accadere se la storia non è ambientata a fine ‘800, ma negli anni ’70, post 1968, gli anni della rivoluzione studentesca e dell’emancipazione femminile, di cui ricorre proprio quest’anno il 50° anniversario? Queste le premesse.
A questo punto non resta che vedere lo spettacolo per scoprirne l’intrigante storia! In scena con Gianni Abbate, Ennio Cuccuini, Daniela Maioletti e Simone Precoma. Le musiche dal vivo sono della Cavalleria originale di Mascagni eseguite da Luca Seccafieno e Marco Servi. La consulenza per i costumi è di Tiziana Barbaranelli. La regia è di Gianni Abbate.